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lunedì 3 novembre 2014

UN NUOVO LIBRO SUL BEATO ROLANDO RIVI





Di don Carlo Bertacchini

Approfittando del periodo estivo e quindi della presenza di diversi amici e villeggianti che vengono qui per passare un po’ di giorni sulle amate montagne, il giorno 22 agosto abbiamo organizzato come parrocchia di Monchio la presentazione del nuovo libro sul beato Rolando Rivi, del giornalista Andrea Zambrano, intitolato: "Beato Rolando Maria Rivi – Il martire bambino".
L’occasione era davvero ghiotta anche perché questo libro, oltre alla post-fazione del Vescovo Mons. Luigi Negri presidente del Comitato Amici di Rolando Rivi, comprende un’ampia ed esauriente prefazione dello storico Giovanni Fantozzi, che per ragioni personali e di mestiere, si può davvero definire un esperto delle nostre montagne e della loro storia, soprattutto di quella recente. Così, estendendo l’invito al Vicario Episcopale don Federico Pigoni e all’ex Sindaco di Castellarano Danilo Morini, che tra le altre cose ha conosciuto personalmente il nostro beato, abbiamo avuto l’onore di poter dare vita nella nostra Chiesa parrocchiale ad una serata speciale, un’opportunità ulteriore per mettere in luce da diversi punti di vista la freschezza della testimonianza di Rolando e anche le circostanze che lo hanno portato al martirio.
Il giornalista Zambrano infatti, nel suo libro, ha cercato proprio di mettere a fuoco l’ambiente in cui sono maturate le premesse al fatto tragico che ha coinvolto la famiglia di Rolando e la Chiesa locale. Il suo mestiere di giornalista ha favorito una raccolta di dati e di testimonianze impressionanti non conosciute ai più, avventurandosi anche, in qualche occasione, in alcune considerazioni personali ad esempio sull’operato della Chiesa in quegli anni difficili o sulle ipotesi riguardanti punti non ancora chiari della vicenda. Una mole di lavoro che va oltre il semplice mestiere o il dovere di cronaca, ma che rivela, come ci ha detto anche lo stesso autore nella serata di presentazione del libro, una grande passione per la figura di Rolando e per il dono che ne deriva per noi credenti. Certamente questa sua ricerca non risparmia nessuno, come detto nemmeno la componente ecclesiastica e… lo stesso martire. Viene infatti ampiamente vagliato tutto il clima di sospetto in cui era caduta la figura di Rolando, grazie alle false testimonianze che lo volevano spia dei tedeschi; in questo senso Zambrano, pur avvalendosi dell’inequivocabile sen-tenza del processo civile, non risparmia di guardare a fondo dentro a quello che le persone potevano realisticamente pensare in quegli anni difficili e quindi non nasconde la fatica di chi sapeva, ma non poteva parlare e viceversa chi non poteva sapere perché non si parlava. È anche da qui che nasce la sua voglia di raccontare ed è anche questo il motivo per cui credo vada apprezzato il suo lavoro: quando si focalizza così tanto l’ambiente e la storia credo che anche una verità difficile come quella che si racconta comprenda già al suo interno tutte le componenti per non giudicare, o quanto meno per non farlo con quella facilità che è figlia dell’ignoranza o della presa di posizione partitica o ideologica. Spero che questo sia scongiurato anche grazie al lavoro di Zambrano quanto meno dal suo tentativo di mettere a disposizione del beato Rolando le sue competenze e la sua passione. Per noi comunque a prescindere da tutto, un’altra occasione per parlare di lui e della sua amicizia speciale con Gesù e soprattutto per parlare con lui nella nostra preghiera. Un grazie sentito all’autore, a tutti coloro che sono intervenuti e a Maria Grazia Casini per l’organizzazione.


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