Luna Blog

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venerdì 20 novembre 2015

La Divina Commedia a Palagano. Ciclo di letture



Questa sera, alle ore 21.00, nel Teatro Comunale di Palagano, andrà in scena la prima parte di un reading della Divina Commedia di Dante Alighieri.
In particolare verranno letti e brevemente analizzati i primi quattro canti dell'Inferno da parte di Maurizio Bonelli e Daniele Piacentini, appassionati dantisti della nostra vallata.

Vi aspettiamo numerosi.

giovedì 19 novembre 2015

LIBERTA' DI NON PENSARE



Di EnesLjesnjanin


Schiavi delle situazioni, schiavi delle circostanze, schiavi del nostro pensiero. Liberi di non pensarlo.



Accade, e basta.

Facciamo piani su piani, cerchiamo di programmare ogni singlo passo della nostra vita, abbiamo già deciso cosa mangiare domani a pranzo, abbiamo già deciso cosa indossare per quella cena, abbiamo già deciso che passeremo la serata fuori con gli amici.

Lo abbiamo già deciso.

Abbiamo preso la nostra decisione, e cascasse il mondo la porteremo avanti – pensiamo.



Sbagliamo.



Non controlliamo gli avvenimenti nella loro totalità, non possiamo essere noi a prendere ogni decisione, sebbene questa magari interessi solo la nostra persona.

E' sempre tutto un punto di incontro, una scelta di compromessi, di metà strade, di decisioni prese in condivisione, non c'è mai nulla di completamente nostro.

Non sarebbe contemplabile il contrario. L'uomo non è fatto per vivere da solo, è fatto per vivere in compagnia, per giudicare, per essere giudicato, per vivere del giudizio degli altri, e anche per morirne.


La libertà cos'è se non la concessione di qualcosa che reputiamo importante, da parte di altri in nostro favore?


Ci sentiamo obbligati a dover accondiscendere le volontà di terzi, ma lo sentiamo proprio perché è così che vanno le cose.
Nessuna decisione è davvero completamente solo nostra. Siamo umani.



Avete mai conosciuto una persona in grado di mantenere un segreto unicamente per sé? Prendersene cura, farlo crescere, e tenerlo dentro di sé, fino a morire?

Io no, e discredo chi mi dice il contrario.



Viviamo di opinioni, viviamo di finte libertà, con la auto-convinzione che se una scelta ci pare nostra, realmente lo è. Ma non riflettiamo che se non ci fosse il giudizio di terzi, non sapremmo neanche il significato di “prendere una decisione”.

Siamo quotidianamente di fronte a bivi, e ogni volta scegliamo se andare a destra o sinistra. Ci possiamo impiegare pochi secondi, pochi minuti o anche giornate a decidere, ma diremmo il falso se sostenessimo che la decisione presa non fosse influenzata da nulla e/o nessuno.



Siamo fatti così: finchè non raccontiamo a qualcuno dei nostri fatti, non ci pare di averli vissuti fino in fondo.



Non è una verità universale, è una verità empirica. Mai nessuna legge lo proverà, ma stiamone certi, mai accadrà il contrario. Se è vero che basta un caso per determinare una legge fisica, è anche vera che basta un caso per smontarla. E allora di cosa stiamo parlando?



Siamo così testardi, così orgogliosi, che pensiamo di poter prendere delle scelte con la convinzione che siano interamente e unicamente nostre. Siamo presuntuosi.



Siamo tutto, fuorché liberi individualmente.

L'unica libertà che ho incontrato, è stata quella condizionata. Siamo fatti per non essere soli.



Ho poi incontrato persone discordanti con la mia idea, ma quando ho chiesto loro:

“Come definiresti il tempo?”

Alcuni sono rimasti in silenzio, altri hanno borbottato mezze risposte.



A quel punto ho continuato:

“Che tu sia una persona cosiddetta ottimista o pessimista, non penso tu possa trovare molte argomentazioni contrastanti in risposta a ciò che penso io.

Penso sia una grande scatola nella quale siamo rinchiusi tutti noi, uno di fianco all’altro.

I lati della scatola si muovono e ci vengono incontro. E prima o poi ci raggiungono. Quando ci raggiungono veniamo schiacciati. Ora dimmi come possiamo pensare di prendere scelte e decisioni libere e autonome in senso lato, se ogni qualvolta proviamo a spostarci o muovere un braccio, andiamo ad influenzare chi ci sta attorno. La scatola è chiusa. Il coperchio è stato fissato da fuori.”

Qualcheduno ha provato a controbattere con un:

“Ma io le braccia le potrei alzare verso l’alto, senza infastidire nessuno”

“Benissimo” ho detto io “hai visto? Sei stato influenzato dalle mie parole. La prima cosa alla quale hai pensato è stata una soluzione al movimento delle braccia. Non hai mai messo in dubbio il fatto che nella scatola ci fosse l’umanità intera, e non tu da solo.” E ancora “la tua proposta è stata fatta in virtù delle mie parole. Che libertà hai avuto di darmi una risposta che non fosse condizionata dalla mia domande?”

Silenzio.



Se poi vogliamo considerarci liberi in tutto e per tutto di scegliere autonomamente, possiamo farlo. In fondo viviamo di molte altre illusioni. Non sarà di certo una in più o una in meno a farci cambiare il modo di vivere.



Ho guardato in faccia ognuna delle mie scelte, e nessuna di loro ha mai abbassato lo sguardo.









mercoledì 11 novembre 2015

L'ARTE AL SERVIZIO DELLA COMUNITA' - ORESTE RICORDATO CON UN MURALES

















«[…] non mi sono mai reso conto, per esempio, di quanti visi ci sono. Di uomini ce n’è una quantità, ma di visi molti di più, perché ogni uomo ne ha parecchi. Ci sono persone che portano un viso per anni, è naturale che lo logorino, diventa sporco, cede nelle pieghe, si trasforma come un guanto calzato in viaggio. Persone econome, semplici; non lo cambiano, non lo fanno neppure pulire. “Va abbastanza bene” affermano, e chi può loro provare il contrario? Certo ci si domanda, poiché hanno parecchi visi, che ne fanno degli altri. Li mettono da parte. Li porteranno i loro figli. Ma accade pure che con quei visi ci escano i loro cani. Perché no? Un viso è un viso».

(Rainer Maria Rilke, I quaderni di Malte Laurids Brigge, p.11)


Il “Collettivo FX” attraverserà tutt’Italia in venti tappe, con un progetto artistico che ha coinvolto anche Palagano; “Dietro ogni matto c’è un villaggio” è un’iniziativa che nasce per riunire la comunità attorno ad un ritratto che, in qualche modo, accomuna tutti. Per far parlare e, forse, spettegolare circa la vita e gli aneddoti di quel “matto” - bonariamente parlando - conosciuto da tutti, direttamente o per fama. L’amministrazione comunale, insieme a Guido e Cristina, ha pensato anche al nostro paese, tradizionalmente abitato da “matti” di ogni sorta e ha scelto di raffigurare Oreste Gianaroli, palaganese per adozione e ricordo vivo – per i motivi più svariati – nella memoria di ognuno.
FX si propone di «inquinare il cemento armato» e, così facendo, tutelare il aesaggio della Nazione. Il collettivo nasce a Reggio Emilia nel 2010, con l’obiettivo di incrementare il patrimonio storico-artistico dell’Italia, senza creare qualcosa di nuovo, ma intervenendo nel territorio per modificarlo migliorandolo. L’intento è infatti quello di operare nelle periferie delle città, o comunque nelle zone in cui le attività artistiche sono meno sviluppate, dove le idee non si trasformano in opere d’arte e dunque mancano di vitalità.
Anche per Palagano è stato pensato un intervento artistico, che si inserisce in questo progetto a tappe: dopo l’ecologista Hans Cassonetto a Bolzano e il musicista Genesis a Mantova è toccato ad Oreste del “Monte” di Palagano. 
Il murales che lo ritrae è stato realizzato da Simone di FX in un paio di giorni e lo svolgimento del lavoro ha raccolto diversi passanti, interessati e incuriositi, che hanno cicalato almeno un po’ sul “buon Oreste”. Riconosciuto dai più e ricordato da tutti, Oreste ha costituito il pretesto per uno scambio di ricordi, e per l’ammirazione nei confronti dell’opera d’arte che ora decora il Teatro comunale del paese. 

«Girava il centro e la periferia
con lo "scardazzo" Oreste Gianaroli
tutti lo salutavan sulla via
di lana e crine discioglieva "i boli"
l'epigrafi dai mur strappava via
con sagaci commenti e strani voli.
Un giorno che pranzava a casa mia
dal salame i "lardini" tolse via!»
(di Bruno Ricchi, pubblicata su La luna nuova, 42, 2013)

Così lo ha ricordato Bruno Ricchi, ma anche Silvano Braglia gli ha dedicato una poesia, dalla quale sono stati tratti i versi scritti a fianco del murales. Una personalità, dunque, o un’ “istituzione” – come è stato scritto – che da ora, ancor più difficilmente, sfuggirà dalla memoria paesana.