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lunedì 3 novembre 2014

UN SALUTO A DON ADRIANO


Don Adriano era speciale, sia come persona sia come sacerdote; legato alle tradizioni, schivava però le convenzioni, era appassionato di storia
e uomo di profonda cultura


Di Davide Bettuzzi

Domenica 3 agosto mentre si trovava con i propri parenti a Frassinoro, il suo paese d'origine, don Adriano è stato vittima di un attacco cardiaco: trasportato in eliambulanza all'ospedale di Baggiovara è deceduto il giorno successivo all'età di 77 anni.
Nato a Frassinoro nel luglio 1937, venne ordinato sacerdote nel giugno del 1960. Fu cappellano per tre anni a Pavullo, poi a San Faustino fino al ‘65 e a Camposanto per quattro anni.
Sempre pronto ad obbedire ai superiori, quando mons. Amici, vescovo di Modena nel 1965 gli chiese di andare all'università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, don Adriano accettò subito di buon grado e si mantenne gli studi con le borse di studio che gli permisero di non gravare sulla famiglia. Il 25 giugno 1969 si laureò con lode. Lo stesso anno tornò nel  suo paese per insegnare alla scuola media (poi preside fino alla pensione), occupandosi contemporaneamente anche del Liceo Maria Immacolata di Palagano. L’insegnamento di don Adriano era sostenuto dalla passione nel voler trasmettere ai ragazzi l’interesse per la cultura, al fine di formare futuri adulti consapevoli di sè e del mondo. Accanto all’incarico scolastico, ha assunto i ruoli di amministratore pastorale di Cargedolo, di vicario di Frassinoro e, dal 2010, di canonico del Capitolo della Cattedrale. Dal 2000 era alla guida, prima, dell’Ufficio Diocesano per i Beni Culturali, poi del Museo Benedettino e Diocesano d’Arte Sacra, dell’Archivio Capitolare e dei Musei del Duomo. Negli ultimi anni ha svolto il suo ministero sacerdotale anche nelle parrocchie di Cargedolo, Frassinoro, Piandelagotti e Sassatella. L’amore per la sua terra d’origine ha portato don Adriano a compiere molti studi sull’eredità spirituale e storica dell’antica Badia matildica, punti di partenza per conoscere le radici del territorio frassinorese e i suoi legami con la tradizione medievale.
La liturgia funebre si è svolta il 6 agosto in Cattedrale a Modena, presieduta dal vicario generale mons. Morandi. Come ricorda Simona Rovesti, dell’Ufficio Beni Culturali: “Don Adriano era speciale, sia come persona sia come sacerdote; legato alle tradizioni, schivava però le convenzioni, era appassionato di storia e uomo di profonda cultura, ma era allo stesso tempo 'moderno'. La sua modernità consisteva nel volersi tenere sempre aggiornato e al passo coi tempi; la sua elasticità e freschezza di pensiero lo portavano a capire nel profondo l’essenza delle questioni, dei problemi, riuscendo a risolverli con efficienza e pacatezza, perché li poteva vedere con lungimiranza”.
Chi è stato accanto a lui in questi anni lo ricorda per “i suoi modi garbati e discreti, le sue attenzioni soprattutto verso gli anziani e i malati che, quando poteva, andava a visitare. Per le sue parole di conforto e i consigli; sempre disponibile e mai invadente né tantomeno saccente. Molto grato a Nostro Signore per ciò che gli aveva dato, per la grazia del sacramento sacerdotale, vissuto sempre in pienezza, obbedienza e responsabilità in tutti gli incarichi e presso le varie comunità che gli erano state affidate”.



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