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lunedì 3 novembre 2014

SEI GIORNI ALL'EX ARSENALE


Stando a Torino ho avuto modo di riflettere su come, molte volte, noi giovani siamo in realtà già vecchi, ci arrendiamo senza lottare, pensiamo che se le cose vanno in un certo modo non saremo sicuramente noi ad avere la possibilità di cambiarle; il SER.MI.G è la prova che tutto questo è una falsità.



Di Lorenza Baschieri

Il SER.MI.G (Servizio Missionario Giovani) nasce da un’idea di Ernesto Olivero che, nel 1964, decide, assieme a un gruppo di ragazzi, di combattere la fame nel mondo. Dal 1983 la loro sede è l’ex arsenale militare di Torino che sorge nel "bronx" della città e, grazie all’impegno di volontari, è stato trasformato da luogo di morte in luogo di pace, solidarietà e fraternità, dove ogni giorno vengono accolte persone bisognose alle quali vengono offerti cibo, vestiti e un luogo in cui dormire. All’interno è stato costruito anche un asilo nido; nei pomeriggi i ragazzi dai sei ai diciotto anni possono recarvisi per essere aiutati nello studio, per partecipare a laboratori di musica o ad attività sportive e, grazie alla disponibilità di alcuni dottori, è possibile fare gratuitamente visite mediche.
Il SER.MI.G è inoltre un luogo dove i giovani possono fare esperienza di  solidarietà, aiutando a svolgere i lavori necessari e soffermandosi a riflettere su problematiche mondiali e sulla Parola di Dio, che sta alla base di ogni attività. Per quattro anni infatti Olivero e i suoi amici hanno recitato il rosario davanti alla porta dell’arsenale, pregando perché fosse loro permesso di ristrutturarlo e anche oggi per il proprio sostentamento si affidano alla Provvidenza.
Noi ragazzi della Val Dragone vi abbiamo trascorso sei giorni, durante i quali abbiamo potuto vedere dall’interno l’arsenale e abbiamo addirittura avuto la possibilità di conoscerne il fondatore. E’ incredibile ciò che un gruppo ristretto di persone è riuscito a fare semplicemente decidendo di cambiare se stessi e il proprio modo di agire.
Stando a Torino ho avuto modo di riflettere su come, molte volte, noi giovani siamo in realtà già vecchi, ci arrendiamo senza lottare, pensiamo che se le cose vanno in un certo modo non saremo sicuramente noi ad avere la possibilità di cambiarle; il SER.MI.G è la prova che tutto questo è una falsità. E’ nato dal sogno di fare qualcosa di grande e di buono e si è avverato semplicemente perché Olivero e tutti coloro che lo hanno  aiutato non si sono lasciati abbattere, non hanno avuto paura di continuare a credere e a sperare e le cose le hanno davvero cambiate. Hanno iniziato compiendo piccoli passi, ma non sono mai stati fermi, hanno continuato a camminare ed io credo che questo sia un grande insegnamento per tutti noi che troppo spesso tendiamo a giudicare, ad incolpare gli altri, abbiamo paura di andare controcorrente e di seguire i nostri ideali.
La prima cosa che si vede entrando nell’ex arsenale militare è un muro su cui vi è una scritta che recita “La bontà è disarmante” ed è stupendo pensare che un tempo lì venivano prodotte armi, mentre ora vengono accolte persone di varie nazionalità, diverse tra loro, ma con una cosa in comune: avevano bisogno di aiuto e qui lo hanno trovato. Trascorrendo del tempo al SER.MI.G ho capito che la bontà disarma davvero, troppe volte siamo così preoccupati per noi stessi che ci dimentichiamo degli altri, troppe volte abbiamo paura che l’essere buoni ci porterà ad “essere fregati” e qui ho avuto una chiara testimonianza del fatto che tutto ciò non è vero. La cosa che però mi rimarrà nel cuore forse più di tutte è la fede che Ernesto Olivero ripone nei giovani. Stiamo attraversando un periodo molto difficile a causa della crisi, il tasso di disoccupazione non fa che crescere e sono sempre di più le famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese. Questo mondo che sembra andare alla deriva mi spaventa, ho paura di ciò che troverò una volta finiti gli studi, ma quest’uomo è stato in grado di trasmettermi speranza, di farmi capire che anche partendo dal nulla, come ha fatto lui, si può creare tanto, basta avere coraggio e questa non è una favola, è successo davvero, i sogni possono avverarsi. E’ proprio per questo che ho deciso di concludere citando una frase che rientra tra i più grandi insegnamenti che mi porto a casa dopo questa settimana, ovvero “Chi cambia sè cambia il mondo”. 



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