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lunedì 3 novembre 2014

TORNANO GLI SKANDALS


Lo ska dell’Appennino è vivo e vegeto.
E rinasce a Palagano. Un sopravissuto alla prima formazione degli Skandals,
band di culto dei primi anni 2000, ci porta il lieto annuncio della reunion
più clamorosa dopo quella dei Led Zeppelin


Intervista a Tizzy “T-zed” Braglia
di Francesco Dignatici

Non so da dove partire, confesso di essere un po’ teso.
Cosa diavolo è ‘sto casino che si sente fuori?
Motociclisti. Sembra un film, tutti a rompere le palle proprio ora.

Proviamoci. Sei uno dei pochi superstiti della prima formazione, quella a prevalenza montefiorinese, che esplose nei primi anni 2000.
Cosa mi racconti dei “bei tempi”? (I motociclisti, nel frattempo, non la smettono).
Sono proprio moto bastarde… di quelle smarmittate per giunta.

Un po’ come il Cavallo Maestri…E’ così. Devo dire che la scena ska, in molti posti non era molto ben rappresentata. Non lo era per nulla nei nostri paesi. A Palagano, a quei tempi sembrava esserci una linea ben precisa: “Solo Rock and Roll, grazie”. Forse è ancora così. Di per sé è anche una cosa positiva, oltre che un carattere distintivo per il nostro paese. Tuttavia, quando abbiamo cominciato con gli "Skandals", sono stato subito affascinato da quel che di diverso.

Cose c’era di così diverso?Difficile da dire. Sicuramente un’atmosfera musicale nuova per me, sostenuta da un ritmo veloce e folle. Il tutto condito da una discreta dose di stupidità.

Ironia e divertimento. Mentre tutti gli altri gruppi, che contemplavano le vecchie glorie del Rock, cominciavano a soffrire di una seriosità un po’ eccessiva… non ti eri un po’ rotto le scatole di ascoltare cover dei Rolling Stones?Non è tanto quello.
Sono solo approcci differenti.
Noi ci siamo sempre considerati più come un corpo di ballo piuttosto che un complesso musicale. Le nostre esibizioni live, senza i 30-40 scalmanati che si agitano sotto il nostro palco, perderebbero il loro cuore pulsante. Senza di loro saremmo un po’ uno “fchoff” [espressione del vocabolario degli Skandals, equivalente all'italiano “ciofeca”, nda].
La gente ci dà la motivazione per essere ancora più idioti e per guardare oltre le nostre prese in giro, a partire da quelle rivolte a noi stessi.
Questo vale oggi come allora. Palagano è più classica, musicalmente parlando.
Ciò non toglie che il “classico” sia comunque un metro di paragone e giudizio importante.

Ottimo. Posso riportare nell’intervista il fatto che in questo momento sei in mutande?Scandalosamente. Sì!

Come sei entrato in quei “primi” Skandals?Da una porta di uno scantinato. Poi si saliva al secondo piano, sopra un’officina meccanica, almeno così mi pare di ricordare. Siamo in centro a Montefiorino. Nel nostro luogo di ritrovo, volevamo assicurarci di dare nell‘occhio. Eravamo proprio di fronte alla stazione dei Carabinieri.
Lì, oltre alla musica, svolgevamo parecchie attività differenti, più o meno lecite. La scelta era legata ad una sorta di psicologia inversa: nessuno si sarebbe immaginato che fossimo talmente idioti da fare quello che facevamo proprio lì. Così ce ne stavamo tranquilli. Poi però ci siamo dovuti spostare, perché ci serviva più spazio.

Chi c’era insieme a te?All’inizio c’erano Davide Guidi alla voce, Luca Fontana al basso, Iugi Baroni alla tromba e Sammy Galvani  alla batteria. Successivamente si aggiunsero Paolo Franchi come seconda chitarra e Cecio Cappelletti alle tastiere. Senza contare l’asso nella manica. Abe non era un semplice fan degli Skandals…
Abe era una figura mistica. C’era e non c’era. Quasi nessuno lo sa, ma fu il primo paroliere degli Skandals. I testi di canzoni come Cavallo Maestri così come la rivisitazione di Nadia, dedicata ad una sua ex-fidanzata, sono da accreditare a lui. E’ il nostro spirito guida. Ora vive fra Bologna e Berlino, ma alle date degli Skandals non manca mai. Arriva sempre con giganteschi cartelloni dove scrive cose tipo “L’idiozia non va via” oppure “Tour” o altre cose. Solo lui capisce davvero cosa significhino. Tuttavia è bello vedere una persona impegnarsi e scervellarsi per fare cose senza senso come queste. E’ bello che lui ci creda.

Quindi Abe fu anche uno dei vostri autori “maggiori”?In nessuna occasione utilizzerei la parola “maggiore” quando si parla di Abe. Ma posso garantirti che è uno che ha dato l’anima per gli Skandals. Da questa iperbole che costituisce il suo cervello sono uscite cose geniali.
Qualcuno ha detto che Abe sta a noi come l’architetto Luca Mangoni sta agli Elio e le Storie Tese. Non è così. Innanzitutto perché Mangoni è molto più intelligente di Abe, nonché di aspetto più piacevole. Abe, dal canto suo, porta i capelli lunghi ed indossa vestiti alternativi, mentre Mangoni no. Per concludere, Abe è magro mentre Mangoni è più grassottello. Queste sono le differenze fra Abe e Mangoni.

Io aggiungerei anche che Mangoni, va detto, si è un po’ montato la testa. Abe è rimasto Abe.Anche questo è vero. Ci sta, anzi... ci ska.

Cosa mi dici del sound degli Skandals agli albori?Sammy mise un copyright su questo ritmo con charleston in levare, il cosidetto zi-TUN-zi-TA-zi-TUN-zi-TA-zi-TUN-zi-TA-zi-TUN-zi-TA-zi-TUN.
Il marchio su questo ritmo è registrato ed è di sua proprietà. Ma potrebbe anche arrivare a venderlo, così come vende svariate cose… ad esempio le batterie dei flipper degli anni ’80, che custodisce nel suo armamentario personale.
C’era poi la chitarra di Guidi, acidissima sulle frequenze medio-alte, anche questa sempre in levare. E poi il maestro, il grande Iugi, tromba (anche parecchio, secondo me). Luca Fontana aveva il Punk rock nel sangue. Ora però si dedica con passione ad allevare dei cani e non ha potuto accettare la nuova chiamata della band. Come dargli torto, dopotutto? Vuoi mettere un bellissimo Labrador con Abe? E’ ovvio che uno sceglie il bellissimo Labrador. La scelta si giocava tra un branco di Labrador di razza ed un branco di bastardi. Questo senza dimenticare il motivo principale che ha trattenuto a casa Davide e Luca, ovvero le loro bellissime famiglie.

Gli Skandals non pensano alla famiglia?La nostra famiglia sono i nostri fans.

Bella, gran ruffianata. La metto di sicuro nell’intervista.Ah!

Quali furono, secondo te, i momenti “top” degli Skandals versione primi anni duemila?Ci fu qualche gran bel live. Come le date con i Pitura Freska a Pievepelago e con i Meganoidi a Pavullo. Conta che tutto durò veramente un lampo, fummo come una meteora. Detto questo, l’esibizione a cui sono più legato è quella a Farneta del 2001, quando abbiamo suonato sul cassone di un camion. In discesa.

Ne so qualcosa. Figurai come produttore del disco live che uscì in seguito a quella serata, sotto lo pseudonimo di “Winston”. Esattamente. Poi ci furono censure e problemi vari legati al linguaggio esplicito ed altre cose di questo genere. Il disco non ebbe mai una pubblicazione ufficiale. Colgo comunque l’occasione di ringraziarti per averci prodotto.

E’ stato un piacere. Arriviamo ai giorni nostri ed al momento cruciale, quello della reunion. Cosa vi è saltato in testa?Il pretesto fu l’imminente Lebowski Fest a Savoniero. Dovevamo esserci, anche perché in alcuni avevamo dato completa disponibilità durante una sera in cui eravamo ubriachi. Avremmo affiancato band storiche del panorama punk italiano, come Duracel e FFD, una prospettiva eccitante.
Fu una decisone lampo. Ci trovavamo nella necessità di avere una band al completo. Invece di cercare di riesumare la vecchia formazione, cosa che si era rivelata alquanto difficoltosa, abbiamo puntato al nuovo. Ci servivano soggetti giusti. Daniele Zordanello aveva molti punti come talento e pochi punti sulla patente. Fu subito chiamato in causa.

Qualche membro della vecchia formazione non  ha passato il “ripescaggio”. Come si sono posti nei vostri confronti? Assolutamente bene, nessuna sgarbatezza o cose del genere. Ci sostengono e ci vengono a vedere dal vivo quando possono.
Diciamo che, per noi, la voglia di suonare ha superato l’importanza di conservare gli Skandals originali.

Cosa prova la “vecchia guardia” a suonare negli Skandals nel 2014?Noi “veterani” siamo invecchiati nel corpo ma non nello spirito. Sostanzialmente, abbiamo constatato un fatto: non siamo maturati per niente. Ti faccio un esempio: è bello voltarsi sul palco e vedere un Cecio Cappelletti, personaggio rispettabilissimo ed attivo nell’amministrazione comunale, indossare una maschera, chessò… da scimmia.
Ti fa capire che forse abbiamo seri problemi che non sono mai stati affrontati, ma che alla fine è bello che ci siano. Sull’onda dell’eccitazione per l’imminente data alla Lebowski Fest, Sammy, il nostro batterista è entrato in armeria e se ne è uscito con cinquanta euro di fuochi d’artificio. Non li fece scoppiare per l’evento per ragioni meteorologiche e rimasero inutilizzati. Stiamo pensando di farli scoppiare in un locale al chiuso.
Parlami dei nuovi ingressi.
Se mi permetti, farei un pagellone nello stile delle partite di pallone.
Daniele Bettuzzi: capello lungo, tanta voglia di fare, talento armonico e ritmico. Incredibilmente generoso, ci offre casa sua per darci la possibilità di fare le prove. Vive coi genitori e con la nonna, ciò nonostante ci permette di fare un bordello allucinante e ci offre birra per idratarci. Persona squisita, dall’animo nobile e gentile. Rivelazione. Voto: 9+.
Daniele Zordanello: leader carismatico e voce necessaria in questo momento storico degli Skandals. Capacità di intrattenere il pubblico in un dialogo costante. Talento puro. Voto 10.
Federico Piacentini: il nostro “Flea” [bassista dei Red Hot Chili Peppers, nda]. Veloce sui capotasti, viene da una famiglia di musicisti e nel suo sangue scorre un ritmo totalmente naturale.
Furia e tempesta. Voto: 9+.

Qual è il vostro progetto imminente?Grazie anche al positivo “calcio in culo” sferrato alla band dai nuovi ingressi, abbiamo ora una nuova sfida: tradurre le nostre emozioni fanciullesche in canzoni, vere composizioni originali.

Coronerei questa intervista, fin troppo seriosa, con un giudizio finale. Chi sono veramente gli Skandals?Siamo una banda di bastardi.
Vogliamo divertirci, fare serate e non prenderci troppo sul serio. E basta. Il resto conta poco. 



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