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sabato 29 ottobre 2016

L'ANTICO CASTELLO DI PERCIGOLO





Di Aldo Magnoni

Trovato un interessante documento settecentesco nell’Archivio di Stato di Reggio Emilia


Cosa ardua è  mettere in discussione gli scritti pubblicati da studiosi del calibro di Guido Bucciardi. Tuttavia, allorquando nuovi documenti aiutino per eventuali discussioni o revisioni storiche, la locuzione dannunziana “Memento audere semper”, sprona l’incauto e modesto ricercatore ad affrontare l’altra locuzione, questa volta di Plinio il vecchio,  “Ne sutor ultra crepidam”.
Il caso questo proposto sulla localizzazione, fatta dal Bucciardi nella famosa pubblicazione Montefiorino e le terre della Badia di Frassinoro, della località sede dell’antico Castel Percigolo in val Dolo. Egli, con assoluta certezza, collocava il sito alla destra del torrente Dolo, quindi in Comune di Montefiorino, mentre chi scrive ha ragione di ipotizzare, sulla scorta di un interessante documento settecentesco dell’Archivio di Stato di Reggio Emilia, evidentemente sfuggito al Bucciardi, che il Castello del Percigolo potesse trovarsi, viceversa, sulla sinistra del Dolo, quindi in territorio reggiano,  proprio di fronte al sito indicato dal Bucciardi.
Analizziamo quindi cosa scrisse  quasi un secolo fa Guido Bucciardi sul secondo Volume (1173-1261) a pag. 25 del testo Montefiorino e le terre della Badia di Frassinoro: “Nel Vol. I, pag. 106, nota (3), dissi che l’antico castello di Percigolo o Pizegolo o Pizengolo, del quale non resta più traccia alcuna, sorgeva nell’attuale parrocchia di Romanoro, presso la borgata detta tuttora Percigolo. Ma, dopo esame di altri documenti, dopo ricerche eseguite all’Archivio Vescovile di Reggio Emilia (coadiuvato dall’amico Can. Dott. Mons. Giovanni Saccani), e dopo ripetuti sopraluoghi, sono venuto nella persuasione che l’antico castello di Percigolo o Pizengolo era invece nell’attuale parrocchia di Macognano, sulla vetta del monte detto ora “Monte del Tesoro”, che si erge maestoso sulla destra del Dolo, sopra la Mattina: monte che sta di fronte a Quara, e si eleva nelle vicinanze della borgata detta “I Ronchi”.
Scomparso il castello di Pizengolo o Percigolo, il suo territorio continuò ad appellarsi Castelpizengolo, il Perchiegolo, Percigolo, ecc… anche quando fu diviso tra le limitrofe ville. Infine rimasero questi nomi, con alterazioni e storpiature, a vari terreni e località della zona.
Il territorio dipendente dall’antico Castello di Pizengolo era in maggioranza sulla destra del Dolo (parte delle odierne parrocchie di Macognano e Romanoro), ma si estendeva anche sulla sinistra del Dolo (parte della parrocchia odierna di Monzone). Il fortilizio di Castellandone, sorto più tardi in sinistra del Dolo su un poggio presso Castagnola, non è da confondersi coll’antico Castello di Pizengolo o di Percigolo, che è da stabilirsi, come si è detto, sul “Monte del Tesoro” in Macognano: posizione elevata e che domina la media valle del Dolo.
Il documento settecentesco che si propone, rivela però una situazione apparentemente diversa, laddove il compilatore dell’interessante disegno raffigurante la mappa “del Bagno d’Acquaria”, ossia l’attuale località delle Fonti di Quara in Comune di Toano, scrive testualmente “Vestigia di un Castello, che anch’oggi chiamasi da Terrazzani Castel Gandolfo o [Castel] Pizzigolo”. Indiscutibile quindi che nel XVIII secolo fossero ancora visibili dai Terrazzani, ossia dagli abitanti di quei luoghi, i resti del castello.
Va però anche sottolineato, lasciando aperte più ipotesi storiche, che la mappa colloca Castel Pizzigolo proprio nelle vicinanze del borgo di Castagnola, quindi nei pressi di quel “fortilizio di Castellandone” che il Bucciardi precisa non debba essere confuso con il Castello “Pizengolo o Percigolo”. 
La mappa offre inoltre altre informazioni interessantissime sia della sponda del Dolo modenese, sia di quella reggiana. In particolare, apprendiamo che sotto Macognano, quindi nel modenese, esisteva “il Bagno d’Acquario Antico” (sotto la sigla A) cioè una fonte termale ben più vecchia di quella di Quara, quest’ultima già nota ed utilizzata ancora nel XV secolo. E dal punto di vista storico, non è cosa da poco.
Sempre nel modenese viene indicata una “Polla sulfurea frigida”, cioè a quel tempo ormai esaurita, oltre all’indicazione del “monte sovrapposto a Bagni detto Pescara”, verosimilmente identificabile con l’attuale località delle Peschiere.
Diverso invece il versante reggiano dove vengono attestate nella parte del Dolo adiacenti il sito delle attuali Terme, una polla di “Acqua salsa, vicino alle cadute Fabriche”, “Altra polla copiosissima di acque salse”. Annota inoltre l’estensore della mappa “Avanzi di un antico tempio in cui appena se ne riconosce qualche vestigio” ed appunto anche l’annotazione “Vestigia di un Castello, che anch’oggi chiamasi da Terrazzani Castel Gandolfo o Pizzigolo”.
Infine, molto più a monte e nei pressi del ponte in pietra di Cadignano è annotato sotto la lettera K “Altra polla sopra il mulino di Cadignano” e sotto la lettera L “[altra polla] che contiene molto fegato di zolfo”.
A proposito del bellissimo ponte di Cadignano si evidenzia come quel manufatto venne preso come punto di riferimento, in epoche ignote a chi scrive, per dividere i confini di Montefiorino, Frassinoro, Villa Minozzo e Toano.




Pubblicato su la LUNA nuova, ottobre 2016

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