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mercoledì 1 giugno 2016

CORRIDOI UMANITARI



Di Laura Bettuzzi


29 febbraio 2016. L’arrivo a Roma dei primi 93 profughi siriani, provenienti da alcuni campi del Libano, ha dato concretamente inizio ad un progetto ecumenico che permetterà a mille persone di essere accolte in Italia grazie ad un'idea proposta dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Tavola valdese.
Dopo un assiduo lavoro di negoziazione con le autorità italiane e straniere preposte, è stato aperto questo primo "corridoio umanitario" dal Libano che consente a profughi, in condizioni di particolare vulnerabilità, di entrare in Italia su un volo di linea grazie ad un "visto umanitario".
La base giuridica di questa iniziativa si fonda sull'art. 25 del Regolamento (CE) n.810/2009 del 13 luglio 2009 relativo al Codice comunitario dei visti e prevede la possibilità di concedere visti, previsti in via ordinaria dal codice frontiere Schengen, "per motivi umanitari o di interesse nazionale o in virtù di obblighi internazionali". A questo scopo, la Federazine delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI), Sant'Egidio e la Tavola valdese da una parte, e i Ministeri degli Affari Esteri e dell'Interno dall'altra, hanno sottoscritto il 15 dicembre 2015 un protocollo, il quale prevede una collaborazione con le ambasciate italiane in Marocco e in Libano, e presto anche in Etiopia. I beneficiari dei corridoi umanitari, una volta arrivati per vie legali e sicure sul territorio italiano, possono avanzare richiesta di asilo e sono presi in carico dal coordinamento accoglienza FCEI-MH (Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia-Mediterranean Hope).
Le prime famiglie arrivate in Italia sono ora ospitate in varie città italiane, anche vicine a noi, come Reggio Emilia, Brescello, Novellara e San Michele.
"Operazione Colomba" fa parte della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, opera in varie nazioni (Albania, Colombia, Palestina, Libano, Italia) come Corpo Nonviolento di Pace ed è presente da anni in un campo profughi nel nord del Libano, dal quale provengono 22 (12 bambini, tra i quali Khaled, nato poche settimane fa a Reggio Emilia, e 10 adulti) delle 93 persone accolte il 29 febbraio.
A sostenere la loro accoglienza qui sono le parrocchie, che hanno dato disponibilità di appartamenti/canoniche e la Caritas reggiana che coordina gli aiuti e si fa carico delle necessità di queste famiglie.
Ogni giorno immagini, video e testimonianze tentano forse di fare informazione su ciò che sta succedendo a pochi chilometri da noi; ogni giorno discorsi, pareri e valutazioni tentano forse di risolvere quello che sta succedendo a pochi chilometri da noi; ogni giorno parliamo, dibattiamo e analizziamo tentando forse di avere un’opinione su ciò che sta succedendo a pochi chilometri da noi. Proprio da questo “interrogarsi”, che ognuno di noi fa ogni giorno davanti alla televisione, è nato nelle menti di gente come noi il progetto dei corridoi umanitari. Progetto che, contro ogni aspettativa, è diventato realtà ed offre a mille persone come noi, ma nate con una fortuna diversa, di salvarsi. Ed offre, a noi, la possibilità di aiutarli. Presto arriveranno altre persone, e tante altre sono ancora in attesa di comunità, parrocchie, organizzazioni che si prendano a cuore le loro situazioni.
Gente come noi, di Palagano, cosa farà?




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Pubblicato su la Luna nuova - Maggio 2016 - num 48

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