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giovedì 19 novembre 2015

LIBERTA' DI NON PENSARE



Di EnesLjesnjanin


Schiavi delle situazioni, schiavi delle circostanze, schiavi del nostro pensiero. Liberi di non pensarlo.



Accade, e basta.

Facciamo piani su piani, cerchiamo di programmare ogni singlo passo della nostra vita, abbiamo già deciso cosa mangiare domani a pranzo, abbiamo già deciso cosa indossare per quella cena, abbiamo già deciso che passeremo la serata fuori con gli amici.

Lo abbiamo già deciso.

Abbiamo preso la nostra decisione, e cascasse il mondo la porteremo avanti – pensiamo.



Sbagliamo.



Non controlliamo gli avvenimenti nella loro totalità, non possiamo essere noi a prendere ogni decisione, sebbene questa magari interessi solo la nostra persona.

E' sempre tutto un punto di incontro, una scelta di compromessi, di metà strade, di decisioni prese in condivisione, non c'è mai nulla di completamente nostro.

Non sarebbe contemplabile il contrario. L'uomo non è fatto per vivere da solo, è fatto per vivere in compagnia, per giudicare, per essere giudicato, per vivere del giudizio degli altri, e anche per morirne.


La libertà cos'è se non la concessione di qualcosa che reputiamo importante, da parte di altri in nostro favore?


Ci sentiamo obbligati a dover accondiscendere le volontà di terzi, ma lo sentiamo proprio perché è così che vanno le cose.
Nessuna decisione è davvero completamente solo nostra. Siamo umani.



Avete mai conosciuto una persona in grado di mantenere un segreto unicamente per sé? Prendersene cura, farlo crescere, e tenerlo dentro di sé, fino a morire?

Io no, e discredo chi mi dice il contrario.



Viviamo di opinioni, viviamo di finte libertà, con la auto-convinzione che se una scelta ci pare nostra, realmente lo è. Ma non riflettiamo che se non ci fosse il giudizio di terzi, non sapremmo neanche il significato di “prendere una decisione”.

Siamo quotidianamente di fronte a bivi, e ogni volta scegliamo se andare a destra o sinistra. Ci possiamo impiegare pochi secondi, pochi minuti o anche giornate a decidere, ma diremmo il falso se sostenessimo che la decisione presa non fosse influenzata da nulla e/o nessuno.



Siamo fatti così: finchè non raccontiamo a qualcuno dei nostri fatti, non ci pare di averli vissuti fino in fondo.



Non è una verità universale, è una verità empirica. Mai nessuna legge lo proverà, ma stiamone certi, mai accadrà il contrario. Se è vero che basta un caso per determinare una legge fisica, è anche vera che basta un caso per smontarla. E allora di cosa stiamo parlando?



Siamo così testardi, così orgogliosi, che pensiamo di poter prendere delle scelte con la convinzione che siano interamente e unicamente nostre. Siamo presuntuosi.



Siamo tutto, fuorché liberi individualmente.

L'unica libertà che ho incontrato, è stata quella condizionata. Siamo fatti per non essere soli.



Ho poi incontrato persone discordanti con la mia idea, ma quando ho chiesto loro:

“Come definiresti il tempo?”

Alcuni sono rimasti in silenzio, altri hanno borbottato mezze risposte.



A quel punto ho continuato:

“Che tu sia una persona cosiddetta ottimista o pessimista, non penso tu possa trovare molte argomentazioni contrastanti in risposta a ciò che penso io.

Penso sia una grande scatola nella quale siamo rinchiusi tutti noi, uno di fianco all’altro.

I lati della scatola si muovono e ci vengono incontro. E prima o poi ci raggiungono. Quando ci raggiungono veniamo schiacciati. Ora dimmi come possiamo pensare di prendere scelte e decisioni libere e autonome in senso lato, se ogni qualvolta proviamo a spostarci o muovere un braccio, andiamo ad influenzare chi ci sta attorno. La scatola è chiusa. Il coperchio è stato fissato da fuori.”

Qualcheduno ha provato a controbattere con un:

“Ma io le braccia le potrei alzare verso l’alto, senza infastidire nessuno”

“Benissimo” ho detto io “hai visto? Sei stato influenzato dalle mie parole. La prima cosa alla quale hai pensato è stata una soluzione al movimento delle braccia. Non hai mai messo in dubbio il fatto che nella scatola ci fosse l’umanità intera, e non tu da solo.” E ancora “la tua proposta è stata fatta in virtù delle mie parole. Che libertà hai avuto di darmi una risposta che non fosse condizionata dalla mia domande?”

Silenzio.



Se poi vogliamo considerarci liberi in tutto e per tutto di scegliere autonomamente, possiamo farlo. In fondo viviamo di molte altre illusioni. Non sarà di certo una in più o una in meno a farci cambiare il modo di vivere.



Ho guardato in faccia ognuna delle mie scelte, e nessuna di loro ha mai abbassato lo sguardo.









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