Di EnesLjesnjanin
Schiavi delle situazioni, schiavi delle circostanze, schiavi
del nostro pensiero. Liberi di non pensarlo.
Accade, e basta.
Facciamo piani su piani, cerchiamo di programmare ogni
singlo passo della nostra vita, abbiamo già deciso cosa mangiare domani a
pranzo, abbiamo già deciso cosa indossare per quella cena, abbiamo già deciso
che passeremo la serata fuori con gli amici.
Lo abbiamo già deciso.
Abbiamo preso la nostra decisione, e cascasse il mondo la
porteremo avanti – pensiamo.
Sbagliamo.
Non controlliamo gli avvenimenti nella loro totalità, non
possiamo essere noi a prendere ogni decisione, sebbene questa magari interessi
solo la nostra persona.
E' sempre tutto un punto di incontro, una scelta di
compromessi, di metà strade, di decisioni prese in condivisione, non c'è mai nulla
di completamente nostro.
Non sarebbe contemplabile il contrario. L'uomo non è fatto per
vivere da solo, è fatto per vivere in compagnia, per giudicare, per essere
giudicato, per vivere del giudizio degli altri, e anche per morirne.
La libertà cos'è se non la concessione di qualcosa che
reputiamo importante, da parte di altri in nostro favore?
Ci sentiamo obbligati a dover accondiscendere le volontà di
terzi, ma lo sentiamo proprio perché è così che vanno le cose.
Nessuna decisione è davvero completamente solo nostra. Siamo umani.
Avete mai conosciuto una persona in grado di mantenere un
segreto unicamente per sé? Prendersene cura, farlo crescere, e tenerlo dentro
di sé, fino a morire?
Io no, e discredo chi mi dice il contrario.
Viviamo di opinioni, viviamo di finte libertà, con la
auto-convinzione che se una scelta ci pare nostra, realmente lo è. Ma non
riflettiamo che se non ci fosse il giudizio di terzi, non sapremmo neanche il
significato di “prendere una decisione”.
Siamo quotidianamente di fronte a bivi, e ogni volta
scegliamo se andare a destra o sinistra. Ci possiamo impiegare pochi secondi,
pochi minuti o anche giornate a decidere, ma diremmo il falso se sostenessimo
che la decisione presa non fosse influenzata da nulla e/o nessuno.
Siamo fatti così: finchè non raccontiamo a qualcuno dei
nostri fatti, non ci pare di averli vissuti fino in fondo.
Non è una verità universale, è una verità empirica. Mai
nessuna legge lo proverà, ma stiamone certi, mai accadrà il contrario. Se è
vero che basta un caso per determinare una legge fisica, è anche vera che basta
un caso per smontarla. E allora di cosa stiamo parlando?
Siamo così testardi, così orgogliosi, che pensiamo di poter
prendere delle scelte con la convinzione che siano interamente e unicamente nostre.
Siamo presuntuosi.
Siamo tutto, fuorché liberi individualmente.
L'unica libertà che ho incontrato, è stata quella
condizionata. Siamo fatti per non essere soli.
Ho poi incontrato persone discordanti con la mia idea, ma
quando ho chiesto loro:
“Come definiresti il tempo?”
Alcuni sono rimasti in silenzio, altri hanno borbottato mezze
risposte.
A quel punto ho continuato:
“Che tu sia una persona cosiddetta ottimista o pessimista,
non penso tu possa trovare molte argomentazioni contrastanti in risposta a ciò
che penso io.
Penso sia una grande scatola nella quale siamo rinchiusi
tutti noi, uno di fianco all’altro.
I lati della scatola si muovono e ci vengono incontro. E
prima o poi ci raggiungono. Quando ci raggiungono veniamo schiacciati. Ora
dimmi come possiamo pensare di prendere scelte e decisioni libere e autonome in
senso lato, se ogni qualvolta proviamo a spostarci o muovere un braccio,
andiamo ad influenzare chi ci sta attorno. La scatola è chiusa. Il coperchio è
stato fissato da fuori.”
Qualcheduno ha provato a controbattere con un:
“Ma io le braccia le potrei alzare verso l’alto, senza
infastidire nessuno”
“Benissimo” ho detto io “hai visto? Sei stato influenzato
dalle mie parole. La prima cosa alla quale hai pensato è stata una soluzione al
movimento delle braccia. Non hai mai messo in dubbio il fatto che nella scatola
ci fosse l’umanità intera, e non tu da solo.” E ancora “la tua proposta è stata
fatta in virtù delle mie parole. Che libertà hai avuto di darmi una risposta
che non fosse condizionata dalla mia domande?”
Silenzio.
Se poi vogliamo considerarci liberi in tutto e per tutto di
scegliere autonomamente, possiamo farlo. In fondo viviamo di molte altre
illusioni. Non sarà di certo una in più o una in meno a farci cambiare il modo
di vivere.
Ho guardato in faccia ognuna delle mie scelte, e nessuna di
loro ha mai abbassato lo sguardo.